(ir)responsabili

fatico ancora a pensare la sconfitta di ieri come una responsabilità di letta: il trionfo di meloni è un segnale chiaro che l’elettorato ha voluto premiare l’unica figura che si è mantenuta all’opposizione del governo draghi, evidentemente esasperati da tre anni di minacce tra il pandemico e l’energetico, osservando il susseguirsi di governi abborracciati tra destra e sinistra che - a loro vedere - hanno espresso una scarsa serietà delle istituzioni. contro un percepito simile nessuno avrebbe potuto molto e rinfacciare a letta una mancanza di carisma mi sembrerebbe davvero paradossale. la campagna del segretario è stata pacata, puntuale e si è risparmiato la volgarissima trappola dei social dei quali tutti - nessuno escluso - sono caduti vittima. avrebbe potuto fare di più? senza dubbio. ha commesso errori strategici? probabile. ma imputargli la colpa della incredibile deriva di ultra destra mi pare esagerato. se poi il turnover premierà la schlein come prima segretaria del partito, beh tanto meglio, lo dico da suo sostenitore della prim’ora, ma davvero mi si stringe il cuore a relegare il contributo di letta in maniera così ingenerosa ad una sconfitta già scritta, per giunta nel contesto di uno dei periodi più complessi della storia repubblicana.

se ci sono dei responsabili per la tragica debacle di ieri, vanno ricercati in quel vergognoso 36% degli aventi diritto che hanno scelto di non presentarsi alle urne. ho il dispiacere di conoscerne alcuni e le loro motivazioni mi hanno fatto rabbrividire; i luoghi comuni si sono sprecati: da “non mi sento rappresentato” (ma davvero, cucciolo?) a “ha già vinto la meloni”, passando per patetiche accuse al mancante sistema di voto per i fuori sede (quest’ultimo, tra l’altro, problema reale - e lo dico da elettore fuori sede per oltre dieci anni - ma che cazzo di scusa è?).

l’astensione da uno dei voti più cruciali della storia del paese per me non ha scusanti: se si tiene alla cosa pubblica, il treno lo si prende (io ho sempre usufruito degli sconti offerti da trenitalia) e il naso ce lo si tura (“sono stufo di votare il meno peggio” è un’altra delle balorde giustificazioni - ma dai? pensa, io invece mi diverto).

ma poi in un momento tanto importante per eleggere un esecutivo sensibile alle tematiche ambientali, voi dov’eravate? dove sono tutti sti cazzo di generazione z al primo voto, tutta sta minchia di wokeculture, tutti i fridays for future che - facendo i conti - negli ultimi quattro anni avranno ben compiuto diciott’anni? o volevamo solo fare sega il venerdì?

io da oggi ogni persona che sento parlare di sostenibilità, o che sento vagamente accennare alle tematiche di genere o legate ai diritti civili, chiederò - senza sconti - “ma tu, il 25 settembre, chi hai votato?” perché stavolta mi sono davvero rotto i coglioni. e per quanto mi riguarda si ha diritto a una posizione solamente se si ha contribuito alla cosa pubblica. ma chi ieri è rimasto a casa a godersi la domenica, per quanto mi riguarda, se lo merita il primo governo fascista dopo mussolini.

altro che letta. quello è uno che ci crede davvero. i veri (ir)responsabili siete voi.

parole: 525

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