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apparsi i primi exit poll, fatico a formulare un pensiero chiaro in merito; sarebbe anche peggio di quanto pronosticato. e siccome io degli exit poll ho smesso di fidarmi da un pezzo, cerco di ricompormi e di coricarmi con un pensiero - per qualche strana ragione - confortante.

perché se è vero che il mio paese il 25 settembre 2022 sembrerebbe arrestarsi, è anche vero che nella stessa data è stato registrato un nuovo record - questo sì - di assoluta resistenza e di velocità: lo ha segnato il keniota eliud kipchoge, che da trentottenne (!) ha corso la maratona di berlino (42 chilometri) in due ore e un minuto (a un ritmo medio di 2'53" al km, con una velocità media di 21 km/h), infrangendo il suo stesso primato.

lungi da me spingermi su commenti di merito, avendo cominciato a correre da così poco tempo da non potermi neanche definire un neofita, eppure le mie recentissime e impacciatissime performance (se così vogliamo definirle), mi mettono nella posizione di poter trasalire alla lettura dei numeri di kipchoge. questo pomeriggio, per capirci, ho corso poco meno di 12 chilometri e mezzo in un’ora e venti minuti, con un ritmo medio di 6’33” al km, portandomi a casa le gambe in pezzi e non riuscendo a trattenere un sentimento eroico del tutto imbarazzante.

poi sarò matto io, ma nella concomitanza tra i due eventi - la presunta vittoria della meloni e il trionfo di kipchoge - trovo un riequilibrio cosmico, che racconta di battute di arresto e di scatti in avanti, di inciampi e di accelerazioni, di luce in fondo al tunnel e di progresso inarrestabile.

o forse una parte di me cerca solamente di tornare a respirare. perché in questo momento, davvero, manca l’aria.

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