la creatura di luce

vedere questi imperturbabili uomini d’acciaio, rivali per vent’anni sul campo, piangere tutte le proprie lacrime, federer certo, ma nadal anche, al suo fianco, come se ritirandosi l’amico, si ritirasse un po’ anche lui, come se stasera si ritirasse dallo sport una parte di ogni giocatore di tennis, di ogni amante del tennis, di ogni appassionato di sport di tutto il mondo. piange federer e piange anche nadal quindi, ma piangono anche tsitsipas e zverev, björn borg, mcenroe e rod laver, piangono un po’ tutti (compreso il commentatore): le nuove leve come le leggende, perché il ritiro di roger federer dal tennis giocato è una perdita per tutti. piango anche io ovviamente, come uno scemo, quando federer quelle poche parole che riesce a pronunciare tra i singhiozzi, le dedica alla moglie mirka che “potrebbe avermi fermato tanti anni fa, ma non l’ha fatto, perché è meravigliosa”.

eppure le lacrime più belle di questa sera rimangono quelle inconsolabili versate da rafa nadal, che mostra al mondo ancora una volta come il tennis sia uno sport completamente diverso da ogni altro, in cui è il tuo più grande rivale anche il tuo più grande fan, perché senza di lui tu non saresti stato un millesimo del giocatore che sei diventato.

beati noi. beati noi che abbiamo vissuto nell’epoca di roger federer.

onde evitare di sprecare ulteriori vuote parole con la mia misera prosa, ricordo quanto scrisse david foster wallace dopo averlo visto giocare dal vivo a wimbledon: «specie nel completo tutto bianco, sembra quello che potrebbe benissimo essere: una creatura con il corpo fatto sia di carne sia, in un certo senso, di luce». beati noi.

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