il nemico, già

si comincia a subodorare un certo razzismo verso i russi. sarà la mia bolla, ma tra alcuni dei miei contatti slavi affiorano le prime lamentele per piccoli commenti di insofferenza a sfondo razziale.

è già qualche giorno che covavo il dubbio, ascoltando osservazioni dalle piazze come anche da certi politici, che troppo spesso la colpa della crisi in ucraina venisse rivolta verso i generici “russi”. pure dalle piazze, cui ho preso parte anche io, in dimostrazione per la pace. 

“i russi”, “la russia”, riferendosi a un paese che è grande il doppio del continente europeo. a nulla evidentemente sono servite le immagini delle decine di manifestanti arrestati e fatti sparire nei furgoni dell’omon, rei di infinito coraggio e sprezzanti di una repressione annunciata soltanto per aver depositato un fiore di solidarietà davanti all’ambasciata ucraina. a questo, ormai, è arrivato il diktat di mosca.

rivolgere il proprio sdegno verso i russi è un pericolosissimo segnale che la guerra ha effettivamente oltrepassato i nostri confini. dobbiamo essere a favore della pace, non contro la russia. che fossimo già arrivati a individuare con sprezzo il nemico a manco una settimana dallo scoppio della guerra, sarebbe un segnale gravissimo. 

di nemici, al momento, ne possiamo individuare con certezza uno soltanto: vladimir putin. e lui soltanto. perfino le sanzioni rivolte al suo paese andranno a colpire gli incolpevoli cittadini, avvelenati da una propaganda di stato che nulla ha da invidiare a quella sovietica che l’ha preceduta. a pagare, come in ogni guerra, saranno i poveri cristi.

se qualcosa il buon gino strada ci ha insegnato - e già tanto ci manca, così brevemente dalla sua scomparsa - è che la pace non è mai “contro” qualcuno, ma soltanto contro la guerra. e da questo assunto non si scappa. 

neanche una settimana è passata. calmi tutti. 


parole: 300

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