il grande cortocircuito

di mia nonna, oltre alla cucina prelibata che per buona parte della mi vita mi ha sfamato, ricordo la confusione politica. sì, aveva due grandi talenti, nonna: l’ossobuco alla milanese e la capacità magistrale di mischiare le carte ideologiche con nonchalance. mussoliniana della prim’ora (ma guai a darle della fascista, per qualche ragione), al duce di base voleva bene per fascinazione d’infanzia: era una bimba povera cui il fascio dava l’opportunità di vestirsi ammodo per i ritrovi dei balilla. dalle torto. poi nella vita, per dire, la fiamma non l’ha votata mai (proprio perché mussoliniana, non fascista: sigh) e la sua seconda grande passione - o meglio, ossessione - è stato il cavalier berlusconi. di berlusconi, basti dire, guardava le televisioni, leggeva i giornali, alla sua banca affidava i risparmi, e se berlusconi avesse posseduto anche una gelateria, sarebbe morta abbuffandosi dei suoi gelati. come tanti altri della sua età a cavallo tra gli anni novanta e il primo decennio del ventunesimo secolo. ma mettiamo da parte un momento berlusconi. 

la cosa incredibile che mi ricordo delle discussioni con nonna, era la ciclopica confusione che aveva in mente rispetto - tra le altre - alla questione ebraica; in soldoni: da mussoliniana non aveva simpatia per gli ebrei, ma durante gli anni delle prime due intifade era il popolo ebraico la vittima del conflitto con i palestinesi. perché? perché così diceva berlusconi; un cortocircuito tra la propaganda dei suoi due amori, a distanza l’uno dall’altro di una sessantina d’anni. e lo stesso valeva, ad esempio, per il regno unito: “dio stramaledica gli inglesi” (benito), ma assolutamente al fianco di tony blair nella campagna in afghanistan e  in iraq (silvio). che poi era assurda mia nonna come personaggio, perché era contro l’immigrazione (silvio) e gli immigrati andavano fermati prima che sbarcassero sulle nostre coste (silvio), ma non credo di averla mai vista, mai, negare cifre irragionevoli a un qualsiasi mendicante per la strada, specialmente se di origine africana, perché “chissà cosa deve aver passato, poverino”. roba da mandarti ai matti.

queste grandi confusioni ideologiche di nonna mi sono tornate in mente leggendo oggi la storia di edy ongaro, quarantaseienne di portogruaro, morto ucciso a donetsk dove combatteva dal 2015 come foreign fighter al fianco degli indipendentisti filorussi. la storia di edy, nome di battaglia “bozampo”, rappresenta un cortocircuito nella parte opposta della barricata, vale a dire a sinistra, dove in tanti, troppi mi pare, stanno cadendo nella trappola ideologica che vorrebbe guardare alla russia di putin come all’eredità storica dell’urss. errore tragico. edy infatti era un convinto comunista, membro del locale collettivo stella rossa e, ad esempio, non mancava di presenziare alle iniziative antirazziste sul territorio, mostrandosi appassionato attivista della causa internazionalista. cortocircuito, appunto. 

se oggi infatti in molti ne rievocano le travagliate vicende personali, specificando che edy “non era un santo” (in riferimento ad una rissa con una donna e un poliziotto al bar), dobbiamo sforzarci - soltanto per oggi - di guardare a figure come quella di bozampo in quanto vittime del rimescolamento delle carte ideologiche, nelle quali in tanti hanno proliferato dalla caduta del muro di berlino ad oggi, mancando spesso di trasparenza e con torbidi doppi fini di natura politica. parliamo di figure a destra come quella di silvio berlusconi e, a sinistra, come quella di marco rizzo e della allegra compagnia di veterocomunisti che ancora oggi si sbrodolano addosso con dichiarazioni d’amore per il patto di varsavia, in malafede e sulla pelle di chi, del mondo d’oggi, non riesce più a fare né capo né coda. 

ce ne vuole, oggi, per guardare a putin come a una figura comunista, lui che di comunista ha solo la faccia da komintern, esattamente come ce ne vuole per guardare agli isrealiani come a un popolo oppresso. infondo è proprio intorno a questo cortocircuito che astutamente la propaganda russa ha fatto ruotare l’invasione dell’ucraina: la denazificazione di un paese il cui presidente tuttavia è ebreo. sembra una barzelletta di cattivo gusto.

cascarci racconta soltanto di lacune storiche e ignoranza di contesto; promulgarle invece, queste scemenze, è diabolico e criminale: ieri, per queste scemenze, una persona è morta, combattendo per una causa che non era la sua, ingannato da un cortocircuito che è stato perpetrato a suo danno. 


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