non potevamo sapere

e se un giorno vi diranno che non potevamo sapere, non credeteci: sapevamo; e non abbiamo fatto niente. 

all’indomani di ogni guerra, nei giorni, nei mesi, negli anni a seguire, si scoprono sempre le efferatezze e gli orrori causati dai conflitti. come se servisse lasciar passare del tempo e verificare di volta in volta, per appurare che sì, la guerra comporta crimini atroci.

ci ricorderemo il nome di buča, nell’oblast’ di kyiv - come ancora ricordiamo srebrenica - per le immagini che oggi ci sono state restituite da questo piccolo centro, liberato dall’invasore russo. i corpi dei civili giustiziati in mezzo alla strada, quando ancora in sella alla loro bici, quando con in mano dei sacchetti di plastica, hanno incontrato una morte codarda, per mano di soldati frustrati e in ritirata. se soltanto oggi si stima che a buča siano state gettate trecento persone in una fossa comune, significa che non possiamo lontanamente immaginare quante in realtà siano le vittime della violenza russa mentre batte in ritirata. la conoscono bene gli italiani - o quelli che si ostinano a ricordarla - quella violenza capricciosa e inutile, perpetrata dal nemico mentre riconosce la sconfitta: 

su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
resistenza.”

se dunque un giorno vi diranno che non potevamo sapere, non credeteci: sapevamo; sapevamo fin troppo bene. e, nonostante questo, abbiamo scelto di non fare niente. 


breve nota.

ieri si sono ritrovati a roma dei signori, un convitto organizzato sotto al nome di commissione dupre (crasi di dubbio e precauzione), dove è stato affermato - tra le altre scemenze - che il massacro di mariupol sia stata una messa in scena. di questo manipolo di poveri stronzi, molti vengono dal mondo delle istituzioni: uno di loro è carlo freccero, fino a poco tempo fa un alto dirigente della rai; un altro è massimo cacciari, ex sindaco della città di venezia. io spero che questi derelitti senza vergogna, in un giorno vicino, possano venire giudicati per la loro infamia e relegati ai margini della nostra società, trattati come meritano per aver sostenuto le menzogne della propaganda di un despota. per figure come queste, in italia non ci dovrebbe più essere davvero spazio. ricordiamoci molto bene i loro nomi.


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