hibakujumoku (被爆樹木)

son quelle cose che proprio credi di aver capito male. “nucleare”. in che senso? nucleare vuol dire distruzione totale, vuol dire annientamento, vuol dire giappone.

nel suo “l’incredibile viaggio delle piante”, stefano mancuso racconta l’insolita visita che aveva fatto anni fa proprio al memoriale di hiroshima. qui si era imbattuto in decine di persone che parlavano con dei particolari tipi di alberi, che li abbracciavano e che accarezzandoli piangevano. 

detti hibaku jumoku, letteralmente “albero sopravvissuto” (hibaku 被爆 significa "bombardato, esposto a radiazione nucleare" e jumoku 樹木 "albero" o "bosco"), sono esemplari sopravvissuti ai primi tre secondi della detonazione della bomba h, che a tre chilometri dall’epicentro ha raggiunto una soglia di calore pari a quaranta volte quella del sole. 

salici piangenti, eucalipti, ficus, bamboo, oleandri, peonie, ciliegi, platani, pini, tigli, camelie e ginepri, sono oltre centosettanta le specie di hibaku jimoku e sono amate e rispettate quanto esseri umani dai frequentatori del memoriale di hiroshima. 

la forza e la resilienza incarnate da queste incredibili piante sono onorate dai giapponesi proprio perché sono riuscite ad imporsi dove tutto ciò che è stato creato dall’uomo, è stato eliminato dalla bomba creata dall’uomo. la nostra tremenda invenzione riesce sicuramente ad annientare ogni nostra traccia, ma non è in grado di rimuovere realmente la vita. 

è a questo passaggio raccontato da mancuso che il mio pensiero oggi rapidamente è volato, immaginando il timore che deve essersi impadronito del despota russo, stretto all’angolo dal moto di disprezzo che le sue azioni hanno suscitato nel mondo intero, poiché è solo la paura che può spingere a evocare la bomba, e non il pensiero razionale. 

perché di fronte alla bomba, nulla di noi, né di ciò che abbiamo creato, si può salvare. ma un fiore germoglierà, come evocato dalla donna ucraina che offre ai soldati russi dei semi di girasole da infilarsi in tasca (“così almeno nascerà del bello, dalla terra in cui giacerai”), e dalla cenere alla cenere ritorneremo infine, concime per gli hibaku jumoku, finalmente in pace con il mondo. e con tutto il tempo per insegnare alla terra cosa sia la pazienza. e la pace. forse.

parole: 352

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