cultural overshoot day (e gli inserti di domani)

apprendo soltanto oggi, e con colpevole ritardo, del massiccio investimento compiuto da domani nel proprio reparto inserti, ricco di sfumature e di interventi di qualità come forse soltanto il gruppo gedi in italia, al momento. per questo mi sono recato in edicola questa mattina e ho acquistato due pezzi del vasto catalogo: finzioni (mensile cultura) e dopodomani (mensile fumetti). sebbene non comprenda la necessità di scorporare i due formati - contenendo finzioni anche dei fumetti e presentando dopodomani anche della fiction, immettendosi sulla scia di un format che richiama linus, ma anche robinson, per certi versi - devo ammettere che la qualità dei contributi è davvero notevole e l’impaginato pregevole.

nutro dei dubbi sul pricing (anche in relazione ai competitor), che forse richiede uno sforzo eccessivo in questo momento storico, presentando un conto da 2,50€ ciascuno, quando appunto già soltanto questi soli due prodotti si equivalgono sotto numerosi aspetti. scrivevo soltanto un anno fa - e spero di non aver portato iella - di l’essenziale di internazionale (insight specifico sulle notizie a livello italiano e locale), tramontato troppo presto a causa dell’innalzamento drastico dei costi energetici; gli spunti editoriali che lodavo allora in quella compagine li ritrovo per molti versi anche nell’avventura degli inserti di domani. le voci che qui possiamo trovare rappresentano un equo compromesso tra i protagonisti più mainstream del panorama culturale italiano come quelli che si ritrovano in robinson e la nicchia della nicchia della nicchia come invece si può incontrare tra le pagine di uno storico alias del manifesto. mi ricorda anche, nei contenuti di prosa e meno nel formato, la review del foglio, per il tentativo di dare voce anche a nuove leve dei salotti buoni romani e milanesi, attenti osservatori della politica nazionale e internazionale, ma al contempo anche fini commentatori della scena pop italiana.

all-in-all ribadisco: ben vengano tutti questi prodotti editoriali culturali; mi rimane soltanto il dubbio (ben fondato) che, oggi più che mai, si produca abbondantemente più cultura di quanta poi se ne fruisca (dovremo presto inserire il “cultural overshoot day” - il giorno - sempre più imminente nell’anno solare - in cui i prodotti culturali superano il loro pubblico potenziale): ne parlavamo soltanto un paio di giorni fa riguardo al settore cinematografico, satollo degli infiniti fondi statali, impigrito nell’ascolto di un pubblico rassegnato e annoiato. mi interesserebbe vedere i numeri di questi inserti, magari l’anno prossimo, contando come dicevo poco fa che l’offerta - in un’ampia forbice tra mainstream e nicchia - proprio non manca.

rimane che a me l’inserto su carta pastalegno fa godere, perché restituisce quell’idea di agilità, senza il bagaglio culturale del periodico á la espresso. ma queste son pippe mie.

parole: 441

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