con gli occhi e con le mani

ogni anno da cinque anni, a ridosso del natale, faccio le consegne dei regali aziendali. è un compito del quale, puntualmente ogni anno, mi trovo a lamentarmi - perché per molti versi, è vero, mi pesa - ma che poi riconfermo come un gesto in grado di riconnettermi con il vero spirito del mestiere. nel 2022 inforcare la bicicletta, con una valigia di pacchi a spalla, elaborare un itinerario che attraversi la città, recarsi a ogni civico, citofonare, sorridere, scambiare due battute, consegnare personalmente un regalo come segno di riconoscenza, ad esempio, di un percorso svolto insieme, o come modo per tornare a collaborare, o semplicemente in quanto attestato di stima, ecco svolgere tutto questo piccolo e tutt’altro che irrilevante rituale di persona, guardandosi negli occhi, stringendosi la mano, è a tutti gli effetti comunicazione. una comunicazione smarrita, forse unopuntozero certo, ma sincera e viva. ricordo quando scoprii che herzog, tra i vari requisiti per venire ammessi alla su scuola di cinema, avesse inserito il dover raggiungere la struttura a piedi, poiché “per fare cinema serve aver camminato, incontrato, vissuto”; in un certo qual modo penso che la comunicazione in senso lato richieda, oggi più che mai, un simile requisito per essere efficace: fare comunicazione senza incontrare le persone, senza vivere con le persone, senza consumare e misurarsi con i consumi delle persone, ma giudicarle da un piedistallo, non può che produrre comunicazione mediocre. e mi scoccia scomodarlo - una volta di più - ma “solo l’amare, solo il conoscere conta, non l’aver amato, non l’aver conosciuto”, senza voler eccedere in iperboli, ma è la dimensione umana - di questo son certo - a ricostituire un legame vero in grado di dare significato al nostro consumo quotidiano. senza questo legame la comunicazione è masturbazione e se ne vedono con chiarezza gli effetti ogni giorno sui media tradizionali.

ogni anno questi chilometri percorsi a piedi o in bici (altrimenti la sostenibilità si predica soltanto) mi ricollegano con l’essenza smarrita del nostro lavoro e per quanto me ne possa lamentare, sul piano formale va a rinsaldare un rapporto del quale - lo vedo negli occhi sorpresi  di chi mi accoglie sull’uscio degli uffici - tutti quanti sentiamo un maledetto bisogno in questo periodo storico.

parole: 372

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