berlusconi, il musical

debutterà in primavera al southwark playhouse elephant di londra, quella che la produttrice (la stessa della fortunatissima serie fleabag) ha definito una “evita sotto acidi”: nientepopodimeno che un musical su berlusconi, dal titolo omonimo. narrato dalla prospettiva di tre donne, ilda boccassini, veronica lario, e una giornalista che vuole essere un personaggio fittizio (che però raccoglie numerose testimonianze reali), berlusconi sarà uno spettacolo dall’impianto decisamente ironico e satirico, per narrare rise and fall dell’”immortale”, unico superstite europeo di una classe politica tramontata e che invece soltanto in italia ancora tiene salde le redini del degrado. i titoli di alcune canzoni trapelati dal primo comunicato stampa preannunciano molto del sapore che avrà lo show: “for italy”, “bunga bunga”, “thank goodness for silvio” e “my weekend with vladimir” — spoiler che forse, da unico, sarebbe bastato a farmi acquistare un biglietto in prevendita (già reperibili sul sito del teatro).

mi sono sempre piaciuti i musical, mi mettono di buon umore questi siparietti in cui, d’emblée, si passa da un dialogo al cantato, dallo statico alla danza, queste atmosfere assurde e allo stesso tempo irresistibili, come assurda e (ir)resistibile è stata la parabola berlusconiana che tanto profondamente ha danneggiato l’italia e gli italiani, la nostra cultura, il nostro modo di concepire la politica e il paese. e se non fossi italiano ci avrei trovato sicuramente da ridere anche io e sarei andato a londra in primavera per guardare berlusconi, il musical, perché no. poi mi sono ricordato che questa messa in scena, questa farsa, questo eterno stacchetto d’avanspettacolo non è la proiezione di un fantasioso drammaturgo, ma la triste realtà che sta sprofondando definitivamente questo maledetto paese nel baratro che, fino a prova contraria, non merita. infondo perché spendere i soldi dell’aereo, dell’albergo, della oyster card e del teatro, quando basta accendere rete4 per assistere alla tragedia di una nazione culturalmente alla deriva. magari la produzione metterà in programma una tournée. ma che attrazione può mai avere la replica rispetto all’originale?

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mille euro a milano