avevamo paura

oggi mi è molto garbato un post del profilo factanza (social-testata di una risma che generalmente considero pericolosetta, ma non in questo caso), che così titola: “avevamo paura persino della radio”; sottopancia: “le innovazioni che ci spaventavano al loro debutto”. una gallery brillante alla quale profili come questi dovrebbero essere relegati. un contenuto che è un giochino e che cita fatti perlopiù risaputi, ma che fa anche leva su uno zeitgeist sempre più indispensabile ai più efferati tecno-scettici.

“avevamo paura dei romanzi”, “avevamo paura della bicicletta”, “avevamo paura degli ascensori”, “avevamo paura delle auto” (e facevamo bene, aggiungo io), “avevamo paura della radio”, “avevamo paura dei film”, “avevamo paura dei fumetti”, “avevamo paura dei pc”, “avevamo paura dei walkman”. dunque ogni paura è accompagnata da ritagli di giornale del suo tempo, in cui si chiama al terrore collettivo per l’affacciarsi della novella tecnologia sulla scena globale. sorvolo sulla caption che è banalotta, tuttavia il messaggio in sé è chiaro: ogni innovazione porta con sé i timori conservativi di chi schifa lo sconquasso dello status quo.

non può quindi sfuggire che ognuna di queste paure venga presentata con un ritaglio di giornale, medium più longevo a testimoniare l’arrivo del film e dell’auto. titoli allarmistici, prosa da cronaca nera, occhielli traboccanti di punti esclamativi; oggi chiameremmo il loro equivalente digitale “clickbait”. il timore di un walkman, è chiaro, non è insito nella nostra natura, anzi: la curiosità per il nuovo lo è. e il giornalista questo lo sa bene, è la paura la leva più forte che si può spingere su un lettore, come ha fatto notare michele serra nella sua amaca, in cui esorta il direttore molinari a sospendere la morbosa riproposizione dei fratelli bianchi e delle loro pose omicide, o quantomeno a regalarci un momento di sosta. niente, molinari nicchia e rivendica con vuoti giri di parole.

cosa c’entra willy monteiro con un walkman? c’entra. la paura fa sempre gola. chiedetelo a belpietro: non si incrementano le vendite del  28,3% in un anno raccontando buone notizie, no?

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