ammalorato

c’è sempre da imparare, nè? specialmente dalle riunioni di condominio; che, prese per quello che sono (una carneficina) possono risultare ostiche, ma se approcciate con spirito, possono rivelarsi come una fonte di inesauribile apprendimento. 

ieri sera, ad esempio, ma pagare oro se c’avessi capito una cippa, anche solo un concetto, uno soltanto, su oltre due ore di conference call. piani regolatori, bonus facciate, detrazioni d’imposta, centodieci percento, incentivi statali, parole su parole su parole che alle mie orecchie suonano come fisica quantistica. ed è un attimo prendere queste interminabili dissertazioni sullo stato del cortile come un’immane perdita di tempo. ad ascoltare bene, invece, (ascoltare eh, non capire) si scopre un mondo lessicale variegato e sconosciuto, che appartiene in particolare al settore edilizio e soltanto a lui. 

un esempio?

ammalorato agg. [der. di malora, col pref. a-¹]. - (edil.) [ridotto in cattive condizioni, detto di opere murarie e pavimentazioni stradali] ≈ Ⓖ deteriorato.

a confermare che non sono io matto a non avere mai sentito pronunciare questi termini prima d’ora, c’è il controllo automatico di apple che me li sottolinea col tratteggio rosso. 

sembra il titolo di un romanzo della murgia, un modo di dire sardo per il raffreddore cronico. 

ammalorato, a quanto pare, è il pavimento del nostro cortile, un ciottolato d’epoca col quale bisogna stare estremamente attenti a non inciamparci a ogni passo, che i sassi vengono via che è una meraviglia. 

chissà se anche un cuore può essere ammalorato, deteriorato da un rapporto amoroso malato. o un’amicizia. può essere ammalorata dopo anni di incuria? e la fede in dio? può essere ammalorata?

vado a guardare su internet se si trova un glossario di aggettivi edili. 


parole: 253

Indietro
Indietro

quattro giorni

Avanti
Avanti

luna così