albarello fabbri

i vasetti di frutta sciroppata fabbri sono di ceramica e hanno una forma simile all’olpe corinzia, ma riprendono fedelmente figura e decorazioni dell’albarello da farmacia, un contenitore antico e stereotipico per spezie e prodotti erboristici in uso sin dal medioevo. la stilizzazione di foglie gotiche e di arabeschi, come se ne trovano sulle maioliche rinascimentali, accompagnate da una font aggraziata e che io definirei medievaleggiante (ma poi otterrei soltanto di attirarmi le ire dei grafici), distinguerebbero questo prodotto sullo scaffale tra un milione. tutto in questa piccola ampolla - oltre l’aspetto - rappresenta un’esperienza d’acquisto differenziante, dal peso, la consistenza, il senso di nostalgia che nolenti è necessario subire, sopperendo ad un immaginario antico e irresistibile. sei all’esselunga, ma al contempo lontano dall’esselunga, in una bottega polverosa, e il prodotto che stai per comprare è genuino, non può che esserlo, altrimenti cosa ci farebbe in un albarello di ceramica? e mai, mai come in questo caso ho creduto alle poche, rigide, impersonali righe di descrizione del prodotto sul sito di un produttore, che sembrano sempre tutte uguali e che parlano di “esaltazione delle materie prime”, “tradizione italiana”, “frutto di un antico sapere”, “gusti genuini” e bla bla bla. bastava la confezione, fabbri. prendi i miei soldi, te li sei meritati. anche se odio lo sciroppo di amarena.

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