persona non grata

c’è qualcosa di preoccupante nel rapporto che matteo salvini ha con il proprio abbigliamento. essendo passato dallo scriversi il luogo dove si trova sulla felpa (manco un malato d’alzheimer), si era poi spostato sul travestimento vero e proprio (parliamo della stagione governo primavera-estate 2019) camuffandosi oggi da pompiere, oggi da poliziotto; non pago - o mancandogli forse più efficaci strumenti di espressione - in tempi di covid aveva invece preso a stamparsi roba sulle mascherine: dal sobrio tricolore (la molisana lo definirebbe “di sicuro sapore littorio”) a un classicissimo make america great again.
ma oggi, per chi ancora credesse nel celebre fondo, matteo è riuscito a spiazzarci ancora una volta tutti quanti, raschiando dove nessun altro si sarebbe spinto mai.

a palermo salvini - e non sottovalutiamo questa notizia di base - ci si trova per presenziare all’udienza preliminare del processo open arms, che lo vede indagato per sequestro di persona. non per una multa in divieto di sosta. nonostante poi l’anniversario dell’attentato della strage di via d’amelio ricorra il 19 luglio, salvini decide di andare sul luogo dell’attentato per rendere omaggio a borsellino. un po’ come se mike tyson, in città per un congresso di cannibali, decidesse di andare a rendere omaggio ad anna kulishioff.
ma non gli basta porgere questa insensata (quanto insperata e indesiderata) visita. prima di scendere dall’auto indossa una mascherina con l’immagine del magistrato, accompagnata da un suo aforisma (anche la mascherina ora sembra un post di facebook): "la lotta alla mafia deve essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità." una frase che calza a pennello con colui che la indossava - quanto herman goering che imbraccia la chitarra e canta imagine. la trovata è stata accolta con entusiasmo anche dal fratello di borsellino, salvatore, che ha commentato: “vedendo quelle immagini mi viene da vomitare, ma uno sciacallo come lui non può fare altro che sciacallaggio.”

c’è qualcosa di preoccupante in matteo salvini, e stasera ho riflettuto sull’abbigliamento, ma devo ammettere che forse, davvero, è l’ultimo dei suoi vizi; quello più imbarazzante è certamente l’incapacità di rendersi conto quando non è il benvenuto. conosciamo tutti il tipo: non invitato, molesto, fuori luogo, mangia più degli altri, ride più degli altri, beve più degli altri e poi, a metà serata, ubriaco, si addormenta sul tuo divano. all’inizio provi pena; poi subentra il disgusto e per ultima, ma arriva, ti monta la rabbia.

perché va bene tutto, ma a tutto deve esserci un limite. eccoci, la mascherina con borsellino è il limite. deve esserlo.

p.s. pare che uno dei quattro involuti morti durante l’assalto al parlamento statunitense sia crepato di infarto dopo essersi accidentalmente dato una scossa ai coglioni con il taser di cui era armato. (potrebbe sembrare che non c’entri con il ragionamento su salvini, ma sono certo che i più maliziosi troveranno il nesso).

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