appendice [2]

Si è fermato in volo a pochi metri da noi, retto dal vento, a nove piani di altezza, immobile. 

Io dei gabbiani ho sempre avuto timore, durante un viaggio in Norvegia anni fa mi aggredirono su una spiaggia, tuffandosi in picchiata a beccarmi il capo, attirati probabilmente dai colori fosforescenti del mio berretto nuovo. Da allora ho sempre nutrito un’antipatia epidermica che tuttavia non mi ha impedito di interpretare Treplev in uno spettacolo né di amare il celebre romanzo di Sepulveda, che ho letto e riletto. 

I gabbiani qui sembrano più docili di quelli italiani, meno impensieriti dalla presenza degli uomini, meno accigliati, meno preoccupati. Vivono nell’abbondanza e le condizioni atmosferiche estreme non sembrano angustiarli e, anzi, parrebbero divertirli.

Come lui, che deve averci trovati curiosi, lì abbarbicati sullo stretto terrazzino, sporti fuori dalla finestra, imbacuccati, a fumare pensierosi le nostre sigarette.

Vai a sapere che poi magari sia normale e che i gabbiani in realtà sono grandi osservatori - si sa, in condizioni come queste è facile lasciarsi prendere dalla suggestione - eppure per svariati secondi si è creata una connessione palpabile tra noi e il gabbiano, il cui interesse per non lasciava spazio a dubbi. 

Così abbiamo taciuto, osservandolo assorti, senza commentare quello che stava accadendo, mentre lui continuava a fissarci immobile.

“È lui,” ci saremmo confidati poco dopo, quasi all’unisono, mentre gli schizzi della pioggia sulla balaustra andavano a mischiarsi alle nostre lacrime. 

È lui perché non fa una piega, così leggero e libero, così alto, un viaggiatore, curioso, sprezzante, coraggioso, incosciente, così rumoroso e sbruffone. È lui, che è venuto a controllare, a controllarci, prima di rivolgersi al mare e a curiosare tra quelle ventiquattromila isole dell’arcipelago quali ancora non avesse visitato sulla sua barca.

"Ma il loro piccolo cuore

-lo stesso degli equilibristi-

per nulla sospira tanto

come per quella pioggia sciocca

che quasi sempre porta il vento,

che quasi sempre porta il sole" 

parole: 319

Continua.

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