tagliare l’erba
un mese fa mi sono perso nella lettura di “butcher’s crossing” di john williams (autore di “stoner”, capolavoro tristemente sottratto da mondadori a fazi a maggio di quest’anno) — un romanzo che al contempo è uno dei più terrificanti trattati sul rapporto tra uomo e natura.
per chi ha amato stoner, la sola sinossi di questo romanzo può lasciare spiazzati: “che la tenera e gentile mente che ha concepito un personaggio come william stoner possa essere la stessa che descrive le vicissitudini animalesche del giovane will andrews e della sua cruenta compagine?” ebbene sì. è anche questa è la grandezza di giganti come williams.
ad ogni modo — ripensavo a butcher’s crossing oggi, tagliando l’erba del prato (è un momento in cui è facile lasciare la mente vagare di qua e di là) e ho considerato quanto fosse arrogante da parte mia - che sono cresciuto in città studi e la cosa più simile a un bosco che per tanti anni abbia conosciuto sono i giardini pubblici indro montanelli - ammaestrare quei ciuffi ribelli e impormi su un prato che, tra l’altro, mi piaceva di più folto e slanciato. e pensavo a quanto tuttavia mi fosse impossibile fermarmi e a quanto realmente provassi un piacere sincero nel voltarmi e trovare l’erba più corta al mio passaggio.
magari non c’entra poi niente con le ben più feroci scorribande di butcher’s crossing né con il massacro di orde di bisonti (manco ne ho mai visto uno dal vivo) per le infinite lande del midwest
— forse; o magari sì?
da dove giunge quell’irrefrenabile impulso a gestire ciò che è infinitamente più grande e potente di noi, ma soprattutto: il prato dei miei non sarebbe mille volte più bello se lo lasciassimo crescere come pare a lui? che poi se ho capito bene i prati naturali aiutano anche la moltiplicazione delle apine che - sempre se ho capito bene - ne avrebbero un gran bisogno.
ogni volta temo queste domande, c’è sempre qualcuno che la sa lunga e che riesce a farmi sentire - me povero milanese di milano - un povero pirla (“il prato naturale fa crescere le erbacce che blablabla”). ma infondo lo sono. sarebbe stato bello che mi avessero insegnato di più sulla natura, su come, per esempio, si fa l’orto, a scapito magari di tutta quella matematica. e fisica. e chimica. vai a vedere che me l’hanno spiegato a biologia ed ero io che non ero attento, ma non penso.
comunque tagliare l’erba è proprio bello, solo che non ho capito perché.
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