secondo me

il vero virus da temere oggi è quello del “secondo me” — il morbo ingiustificabile dell’arrogante pochezza. la carica virale di questa pandemia, sfido qualsiasi virologo a contraddirmi, va ben oltre il contagio aereo e di contatto: non c’è scampo a un distanziamento - si trasmette rapidamente anche attraverso l’udito e la vista e supera qualsiasi schermo al plasma.

la ripercussione di simile morbo conduce a un paradosso mica da ridere: i contagiati arrivano a pagare chi ne sa più di loro in qualsivoglia materia, ma poi dubitano istantaneamente del parere dell’esperto interpellato, apparentemente senza ragione fondata e senza sentirsi in dovere di giustificare il proprio parere in maniera alcuna.

aveva salutato l’inizio del 2017 (già! da tanto e troppo tempo circola il secondome-xxi), il new yorker, con una vignetta delle sue che non ti si staccano più dalla zucca: un uomo - adirato - al centro di un aeroplano di linea sbraita: “these smug pilots have lost touch with regular passengers like us. who thinks i should fly the plane?” tra le braccia alzate dei passeggeri. si inaugurava il riconoscimento del morbo nell’avvento del trumpismo, che ben va distinto dal periodo della sua elezione.

la triste profezia dell’uno-vale-uno e dei ministri-bibitari si manifesta oggi in ogni ambito della nostra esistenza, indiscriminatamente ci riguarda sia in quanto consumatori sia professionisti, sia come pazienti sia come genitori. ognuno la sa più lunga, a prescindere, infondatamente, di chiunque altro.

da dove arriva questa particolarissima malattia? forse da più lontano di quanto crediamo e “i segnali c’erano già tutti” - come scrivono i giornalisti. più o meno da quando ne il secondo tragico fantozzi il ragioniere si liberò di un grande peso gracchiando che la corazzata potëmkin è una cagata pazzesca. sì, dev’essere lì che è cominciato tutto, quando il mondo ha cominciato a ridere di quella battuta (no, la corazzata potëmkin non è una cagata pazzesca) e a sentirsi in diritto, senza capire una ciolla, di deridere impunemente uno dei capisaldi della storia mondiale del cinema.

sarò snob. ma mi fido del pilota.

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