napoli no
uno degli aspetti che ricorderemo come più dolorosi di questo 2020 è il modo innaturale e disumano con cui abbiamo dovuto dire addio a chi ci ha lasciati. malati mai più rivisti, corpi scomparsi e seppelliti senza la possibilità di un ultimo sguardo da parte dei parenti, funzioni rapide, spesso digitali, con pochi partecipanti.
chi ha dato l’ultimo saluto a un suo caro nel 2020 vivrà un addio sospeso, non assimilato, di fatto non consumato; uno strazio riservato fino a pochi mesi fa soltanto ai parenti di coloro che sono spariti da un giorno con l’altro e dei quali non si è più saputo nulla. un lutto mai processato.
a napoli, oggi, si è assistito al saluto da parte della città (lo dico da amante del calcio e, dunque, da estimatore del calciatore) al suo beniamino maradona, un saluto che però non ha somigliato a qualsiasi altro lutto consumato in questo disgraziato anno in questo disgraziato paese. oggi si è detto addio alla sregolatezza con sregolatezza.
fumogeni, parate, cortei — assembramenti, li definiremmo nel 2020 — per commemorare il campione argentino (buenos aires, lo ricordiamo, dista 11.000 chilometri dal vesuvio) la cui salma oggi è stata presa d’assalto da una folla di esagitati, respinta dalla polizia con proiettili di gomma all’uscita dalla camera ardente — questo in argentina ovviamente, diego era di lì (non, quindi, dei quartieri spagnoli). il tutto condito dall’ammirazione e perfino dalla commozione di certe nostre testate che, come spesso accade, si compiacciono del grande cuore partenopeo (skysport in un tweet - poi rimosso - parlava di “abbraccio della città”. sì, “abbraccio”).
l’italia, quella restante che non è napoli (noi, per intenderci), quella dei fessi, attende intanto pazientemente che lo strazio di questo lockdown si concluda, facendo i conti con la disoccupazione, con la crisi economica che è e che sarà, nonché con la generica frustrazione riservata ai reclusi. napoli, no. napoli oggi ha salutato maradona in questa maniera smodata e strafottente e noi dobbiamo rispettarlo, perché si sa, napoli è così, napoli ha il cuore grande.
52 850 morti in italia dall’inizio della pandemia. ma napoli, si sa, ha il cuore grande — soprattutto quando si parla di calcio. e di musica. e di napoli.
ciao diego, bravissimo, fra i più grandi, ma onestamente — mi sbaglierò — credevo che avessimo problemi più grandi. anche a napoli.
no. napoli no.
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