i pacchi

cosa ho fatto oggi. pacchi. duecento, per la precisione. duecento pacchetti, assemblati e riempiti uno ad uno, confezionati uno ad uno, preparati alla spedizione. uno ad uno. 

e siccome eravamo tutti persone sensibili, penso, ad assemblare, riempire e confezionare, abbiamo trascorso non poco tempo - mentre, uno ad uno, assemblavamo i pacchetti - a ricordarci che la nostra attività di oggi rispecchiava l’attività abituale di chi non ha avuto la fortuna di intraprendere le nostre carriere e, uno a uno, ripete gli stessi gesti ogni giorno dell’anno, dal lunedì al venerdì, da gennaio a dicembre, per guadagnarsi il pane. non un giorno, tutti i giorni. 

passa la voglia di lamentarsi, no?

farebbe bene - non dico una volta a settimana, ma magari una volta al mese? una ogni due? - a noi creativi, grafici, registi, scrittori, attori, pubblicitari, sceneggiatori, a noi che per guadagnarci il pane, bene o male, ogni giorno scopriamo qualcosa su di noi, o sul mondo, che ogni giorno - nel migliore dei casi - diamo un nuovo senso alla nostra mirabolante e conturbante esistenza, ecco, proprio a noi, una volta ogni tanto farebbe bene trascorrere una giornata intera ad assemblare pacchetti, uno ad uno, e perderci nella ripetizione, e riconnetterci con la realtà del mondo, che è una realtà ben più vasta di quella di noi creativi, grafici, registi, scrittori, attori, pubblicitari, sceneggiatori, una realtà forse ricca di pensieri interiori, forse non vuota, ma ecco, non mirabolante e non conturbante. e scoprire, magari, che la vita non deve essere sempre, sempre, sempre mirabolante e conturbante. tutt’altro. la vita può essere anche assemblare centinaia di pacchetti, ogni giorno, e ogni giorno ancora. fino a quando non hai finito. perché il lavoro non deve essere sempre divertente. altrimenti non si chiamerebbe lavoro, no? si chiamerebbe tempo libero. ma siccome il tempo libero non paga le bollette (altrimenti si chiamerebbe lavoro), magari noi creativi, grafici, registi, scrittori, attori, pubblicitari, sceneggiatori, potremmo piantarla di romperci i coglioni a vicenda su quanto è stata noiosa la nostra giornata più noiosa, che verosimilmente è cento volte più mirabolante e conturbante di chi fa pacchetti da mane a sera. penso. no?

p.s. fare, anche quest’anno, specialmente quest’anno, i regali aziendali di natale è stata una scelta giusta e coraggiosa, della quale un giorno andremmo fieri. grazie della bella giornata insieme axe, giulia e paolo.

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