fellini e il vaccino

il bello di non avere una televisione è apprezzarne le orride sfumature quei pochi giorni dell’anno in cui si sceglie di seguire un telegiornale in streaming. 

stamattina - così, perché è festa - mi sono alzato e mi sono sintonizzato su rainews24. aldilà che ogni volta mi stupisco di quanto peggiori la dizione dei giornalisti (errori un tempo non tollerabili), ma proprio nel momento in cui si è avviato lo streaming ho assistito ala seguente scena: l’inviato guida (e già questo dovrebbe essere sconvolgente per una serie di ragioni) e il cameraman, sul sedile del passeggero, riprende ora lui ora fuori dal finestrino, mentre l’auto insegue, affianca e supera il convoglio che scorta il veicolo trasportante il vaccino. abbiamo da poco superato il brennero e le auto corrono veloci: due vetture dei carabinieri in coda e due in testa al furgone che conserva il comincarty, mentre i giornalisti della rai si inseriscono all’interno della carovana, suscitando il disappunto dei soldati che agitano nervosamente le braccia fuori dal finestrino per farli sloggiare. 

una scena felliniana, in cui i giornalisti si atteggiano a reporter d’assalto, ricordando più che altro i paparazzi della dolce vita che, come mosche tse-tse, sciamano intorno all’inutile scoop disturbando l’operazione che dovrebbe salvare vite ed economia nell’anno venturi.

“seguiremo il convoglio fino a roma,” tiene a comunicarci l’inviato; “ci sintonizzeremo con voi regolarmente per aggiornamenti,” lo ringrazia la presentatrice in studio.

aggiornamenti. che aggiornamenti? ma soprattutto: che storia ci state raccontando? e perché? 

purtroppo, anche in questo caso, si è assistito ad un giornalismo sensazionalistico, più concentrato a raccontare la vicenda da un punto di vista visivo - e cinematografico, se vogliamo - piuttosto che fattuale e informativo. 

per fortuna il 25 è uno di quei pochissimi giorni in cui ci è negata la rassegna stampa.

nota triste: sul furgone sono stampati due pinguini, ricordando più un camion di gelati, piuttosto che il tir bianco brandizzato pfizer, austero e cattivo, che tutti avevamo in mente. con buona pace del cinema.

p.s. natale frugale - alla belga - io e la mia compagna ci siamo letti a vicenda una lettera ciascuno. meraviglioso, davvero.


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