Un punto per volta

Correndo, da un po’ di tempo, mi ispiro (in senso molto lato) all’approccio di Sinner al game. Anche durante la maratona, domenica scorsa, mi sono ripetutamente imposto di pensare chilometro per chilometro, senza guardarli nel loro insieme, senza frammentarli perché il cervello li potesse digerire meglio. È un approccio che ritrovo nello sport, è chiaro, ma che trovo fondamentale anche in numerosi altri aspetti della giornata. Nel lavoro, ad esempio: una gara alla volta, un cliente alla volta; ma anche col bambino. In questa età così delicata ogni equilibrio è estremamente fragile. E allora prendere una notte alla volta, un pianto alla volta, diventa una chiave di sopravvivenza.

Se penso a questo ragazzo altoatesino, alla sua solidità, trovo formidabile quanto sia capace di ispirarmi in aspetti tanto grandi e distanti dalla sua disciplina. Lui che avrebbe potuto gettarsi nello sconforto dello scandalo che lo ha travolto. Distrarsi, semplicemente. E invece lavora, concentrato, come un artigiano, chiodo per chiodo, al suo elemento.

Pensare la vita un punto per volta è un insegnamento che trascende la vittoria finale. Non è vincere, ma dimenticarsi della vittoria. Non pensare al traguardo. Come un attore che sa come finirà l’atto, lo ha letto, lo sa a memoria, ma deve dimenticarlo per poter restare nel presente. Una battuta per volta.

È logorante e formidabile. Si impara, sicuramente. Fare pulizia, stare nel presente. Camminare mettendo un passo davanti all’altro, senza curarsi di quanto sia scosceso il percorso.

parole: 240

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