Un Insieme
C’è una parola più bella? Più completa nella sua semplicità, più ricca nella sua essenzialità, più estesa nella sua brevità? Una parola che racchiude tutti, il sé e l’altro da sé, ciò che è animato e l’inanimato, il passato e il presente. C’è una parola, tra tante, inclusiva ed esclusiva al tempo stesso, generica e precisissima; una parola politica, ma anche intima. Tre lettere che racchiudono la Storia, quella comune e la nostra; tre lettere sulle quali si costruiscono gli intrecci di ogni romanzo, senza le quali, invece, non vi sarebbe conflitto: e la vita sarebbe vuota.
L’ha detta questa mattina, per la prima volta, in cucina. “Noi.” Ha detto. E intendeva proprio lui e me, in quel momento. Non Io, non Babbo, ma Noi. E mi ha strappato l’anima, perché è stata la prima volta che, per lui, sono esistito al di fuori di un ruolo, ma come pari, come coppia, come parte uguale di un insieme. È un regalo, lo so, che mi ha fatto. Perché ha detto Noi. E poi mi ha sorriso.
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