Un anno, qui

Questa cosa dell’andare a vivere all’estero, ricordo, era precipitata in un momento. Un attimo prima non c’era, poi invece sì. Un momento ancora ed era una realtà. E tutto quello che - soltanto qualche mese prima - non avrei mai pensato di fare, l’ho fatto. Non era poi nemmeno la prima volta che succedeva qualcosa di simile, nella mia vita. La dinamica, sempre la stessa, come una lampadina nel cervello, un passaggio a livello che blocca il traffico per far strada a un convoglio, infinito.

Ci siamo lasciati tutto alle spalle, come in fuga (ma infondo, da nulla), e abbiamo rimescolato le carte.

In questo momento, un anno fa, cominciava la mia nuova vita, la nostra nuova vita. A Berlino. Un solo anno. Non sono metà dell’uomo che ero un anno fa - parafrasando i Beatles - nemmeno un quarto, né un decimo. Un anno per sentirmi una persona nuova. Non migliore, ma nuova. Con nuovi pregi e nuovi difetti, nuovi sogni e nuovi limiti.

È il bello del cambiamento. Non è né bello né brutto. È diverso, soltanto. Fino a quando i vagoni non sono tutti passati, e la sbarra si rialza. E il mondo torna a scorrere, come ridestato da uno strano sonno.

parole: 205

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