Tutto il tempo del mondo

Ecco cosa vorrei fare: andare a letto prestissimo, mettere la sveglia, tre sveglie alle 4, attaccarmi a una bottiglia di Coca-Cola e guardarmi Sinner-Djokovic mentre la Germania mi dorme intorno. Guardare la partita che verosimilmente non finirà prima delle nove e poi tornare a letto. Sciocchezze che facevo da ragazzo, le uniche che davvero mi mancano: dimostrazioni di forza, gare di resistenza contro me stesso. Perché? Perché ne avevo il tempo. Gli unici momenti per i quali provo nostalgia dei vent’anni sono in tutta onestà questi tour de force notturni a seguire eventi che avvenivano all‘altro capo del mondo: le elezioni in America, gli Oscar, gli Australian Open. Alzarmi giusto il tempo per raccontarlo, bearmi dell‘ammirazione degli interlocutori e poi, rapidamente, schiantarmi a letto. Perché? Già, perché ne avevo tempo. Tutto il tempo del mondo.

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Domani, domani e poi domani

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Le mani in tasca