Severi ma giusti
Si tratta di una formula che col tempo ha raggiunto status di meme - in italiano diciamo: “severo ma giusto”. Esprime, azzardando una sintesi, una situazione che ha risvolti negativi eppure necessari. Se, ad esempio, mi ritrovo ad essere eccessivamente pedante e qualcuno mi manda a quel paese, il commento potrebbe essere: “severo ma giusto”. Per intenderci.
Oggi questa stessa formula la scopro sui manifesti elettorali dell’ultra-destra tedesca (in rapida ascesa). “Hart aber gerecht”, laddove “hart” poi è duro, similmente all’inglese, più che severo: “duri ma giusti” è dunque lo slogan della AfD.
È quel “ma” tuttavia a darmi da pensare, quello strano impiego dell’avversativa: presentarsi come severi è in linea con i valori di destra - e fin qui - ma poi vogliono aggiungere la giustizia, come se per essere giusti non si potesse essere morbidi, gentili o comunque non duri. Severo “e” giusto rappresenterebbe una promessa a due fronti, mentre l’avversativa presuppone - così mi sembra di intendere - quello status paternalistico per il quale a un certo punto il ceffone ci vuole, perché “giusto” e quello che è giusto lo sa bene il padre che il ceffone lo elargisce.
La mia domanda allora è questa: ma su che figure può mai avere presa uno slogan come questo? Sui fascisti, si direbbe; ma è più complesso di così. Al netto che i motti fascisti in Germania hanno sempre un altro sapore - come dire, meno rassicurante. Contenti loro.
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