Scricchiolano i nervi della Difesa
Due volte nelle medesime quarantotto ore un ministro della Repubblica si é permesso di screditare dei docenti per le loro idee politiche. Prima Salvini si è scagliato contro Ilaria Salis, arbitrariamente, mentendo sui suoi trascorsi giuridici; poi Crosetto si è detto “dispiaciuto” che Montanari - rettore dell’Univeristà di Siena - insegni ai giovani. La ragione? Il rettore ha osato muovere una critica alla presenza in diretta del ministro in un momento delicato come questo per la diplomazia internazionale. Crosetto ha interrotto la chiamata lamentando un mancato senso di democrazia da parte di Montanari. Come se Crosetto e il suo governo non avessero abbastanza tribune pubbliche a propria disposizione. Come se criticare un ministro fosse un attentato alla democrazia.
Continuiamo a ignorare questi piccoli angoscianti segnali, ma la politica che getta discredito sugli insegnanti è roba da maccartismo, da rivoluzione culturale: in Italia sta diventando la normalità. Come è diventato normale silenziare e intimidire la libera stampa, beh, non lo è - quantomeno al di fuori dell’Ungheria.
Oltretutto mi sembra il momento di cominciare a esaminare la stabilità nervosa del ministro Crosetto, ministro - lo ricordo - della Difesa, che soltanto a capodanno si era lanciato in violente bagarre sui social come un pischelletto qualsiasi e oggi addirittura interrompe dirette quando viene pacatamente criticato. Il lobbista dell’industria delle armi. Andiamo bene.
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