Prepariamoci a Repubblica
Confesso, specialmente da quando ci siamo trasferiti all’estero, di avere coltivato un tic: il sito di Repubblica. E non per Repubblica in sé, quanto più per l’esasperazione di un’abitudine, quella di rimanere connesso con quanto accade nel mondo e, in particolare, in Italia. Manco me ne accorgo più, che già sto navigando il sito online del quotidiano, scorrendo la pagina, a malapena leggendo le notizie, come si scrolla il feed di un social, come in Medio Oriente giocano coi grani del rosario. Ed è raro che una notizia mi sconvolga, che agguanti il mio sguardo e che sbrini l'opacità dei pensieri, facendomi sobbalzare di spavento. Succedeva anni fa durante la stagione degli attentati, oppure quando inaspettatamente viene annunciata la morte di un personaggio di rilievo della letteratura o del cinema, o chiaramente quando viene spianata la Palestina - per fare degli esempi.
Ebbene, oggi è stato uno di quei quei giorni. Cos'è successo in Italia o nel mondo da destarmi tanto spavento? Una mazza. O meglio: niente oltre ai quotidiani orrori ai quali siamo purtroppo abituati. Eppure, in settima battuta questa mattina Repubblica titolava così: “Macron: ‘Prepariamoci alla guerra.’ Vertice con Scholz, rischio escalation.” Un virgolettato del Presidente della Repubblica francese che dice: “Prepariamoci alla guerra” difficilmente può passare inosservato. Ma l’articolo è a pagamento (!). Dunque vado su Le Monde, vorrei ben vedere che non citassero la notizia. Niente. Allora Liberation, che con Macron certo non sono teneri. Macché, nulla. Ma niente nemmeno sul Corriere. Devo approfondire le mie ricerche notevolmente per scoprire che Repubblica allude a un intervento - anche abbastanza duro - di Macron in televisione di ieri. A questo punto avrei potuto andare a cercare il vidoe su YouTube, mettere i sottotitoli generati automaticamente e sforzarmi enormemente di rispolverare quel poco di francese che so per capire se Macron abbia effettivamente detto “Prepariamoci alla guerra”. Ma mentre valuto questa possibilità mi fermo per rendermi conto che Macron, quasi sicuramente, non ha detto nulla di tutto ciò. Un capo di stato della sua portata, a meno che non abbia preso una sonora botta in testa, non annuncerebbe una guerra in tv con quella leggerezza. Ma soprattutto ne parlerebbero sì e no tutti. Di più: se veramente fosse così, Repubblica sarebbe scellerata a mettere il paywall sull’articolo. Macron, molto semplicemente, quella frase non l’ha detta. Ed è grave, gravissimo, che a un quotidiano della rilevanza di Repubblica venga concesso di terrorizzare i lettori con titoli mendaci, con virgolettati inventati, in un periodo di così gravi tensioni e di costanti preoccupazioni. Dodici ore dopo, la prima notizia su Repubblica.it sono i tafferugli dei collettivi alla Federico II di Napoli, mentre la notizia riguardo Macron compare in un riquadro minore, più in basso, con un nuovo virgolettato: “Macron: ‘Faremo il necessario per evitare che vinca la Russia.’” Che è un altro paio di maniche. Non per ultimo, manca una parolina di una certa rilevanza: “guerra”. Cara Repubblica, te lo dico col cuore, ed è un virgolettato: “Vaffanculo."
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