Merito e casa

Eravamo in sala riunioni con la finestra aperta sul cortile e, inaspettatamente, è entrato il profumo di Merito. É un odore inconfondibile, che sa di pulito, che sa di casa. Intere generazioni riuscirebbero a riconoscerlo tra mille. È quello che in comunicazione chiameremmo top-of-mind, un marchio immutabile, come la cedrata Tassoni, come le caramelle Rossana, un’etichetta che soltanto la modernità potrà rivisitare, magari aggiungendo una variante con un uomo, sorridente, ferro da stiro in mano. Non sarebbe sbagliato. Non è indispensabile, ma non sarebbe sbagliato.

Ad ogni buon conto, l’alito di Merito mi ha travolto, riportandomi a un luogo lontano, alle estati in campagna, ai gesti decisi della nonna e a quelli un po’ più gentili di mia madre, che scudisciavano il ferro su pantaloni e camicie, in vista del lunedì.

Puoi fuggire lontano, ma certi odori, certe sensazioni, ti ricorderanno sempre dove è casa. Anche se a “casa”, ormai, ci torni per lavoro. Prima di arrivare in aeroporto penso anche di fare un salto al primo supermercato e di comprarmene una lattina. Ma ho paura che poi mi manchi troppo casa. Però al duty free un pacchetto di Rossana me le compro. Eccome. Sperando che arrivino a sera.

parole: 200

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