Manco più le pippe
Quando eravamo ragazzini abbiamo mancato internet di un soffio. Internet come lo conosciamo oggi, intendo. Siamo probabilmente stati la vera generazione di mezzo tra passato e presente; e questa sottile linea di demarcazione trova concretezza nella pornografia, tra gli altri.
Il primo giornaletto pornografico lo abbiamo comprato sul retro di un'edicola. Poi abbiamo comprato un dvd in un negozio che vendeva strumenti musicali di seconda mano (un porno d’autore, Joe D’Amato al suo massimo splendore). Tutto qui: fine dell’epopea pornografica pre-worldwideweb. Cos’hanno in comune i due acquisti? Che in entrambi i casi gli adulti responsabili hanno chiuso un occhio sulla nostra età, permettendoci di fare le nostre esperienze in libertà.
Nessun genitore ha piacere che i propri figli abbiano accesso alla pornografia; nessun genitore può essere così imbecille da pensare che basti vietarla. Si chiama sviluppo, fa parte della vita di ciascuno.
Intanto, nel tempo che il legislatore ha impiegato per ragionare sul firewall, un adolescente ha già trovato un nuovo sistema per farsi una pippa. E vivaddio.
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