L’urlo di Sansone

É un privilegio, in tempi complessi, vantare intellettuali di spessore. Che riescano a fornire un punto di vista alto, obiettivo, dotto, complesso. Che dipanino le matasse più intricate del mondo al posto nostro, con giudizio e con umanità.

L’intervista di Eugenio Cau a Gad Lerner per Globo è una perla; nel rapido approssimarsi del 7 ottobre, fornisce uno sguardo competente e gentile sull’ultimo anno di conflitto in Medio Oriente.

Di mezzo alle posizioni talvolta ipocrite, talvolta sciatte e pigre su un tema che, invece, non meriterebbe che la più scrupolosa cautela, ascoltare una conversazione tanto posata è un balsamo per la mente.

L’autodistruzione di Israele come la morte di Sansone, non per ultima, è una lettura del presente che mi ha strappato un brivido, soltanto per l’accortezza del ragionamento, senza imbellettamento alcuno.

Insomma, dietro all’indignazione da social e oltre al chiacchiericcio della politica, gli intellettuali continuano a fare il loro silente mestiere. Giusto per rassicurarci tutti. Basta volerli ascoltare.

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