Le ore d’arte

È un gran format, quello che si è pensato Montanari con l’Einaudi: cento opere, una pagina ciascuna, in senso cronologico, dall’antichità ad oggi. “L’ora d’arte” nasce come rubrica su quotidiani e settimanali, ma viene poi raccolta in un elegante e inusuale formato 16.x 23.

L’espediente autoriale è lo sguardo politico sull’arte, i suoi effetti ieri e oggi; sguardo che il rettore dell’Università per stranieri di Siena non stenta a nascondere, affacciandosi alla cronaca su base regolare per il proprio impegno strettamente politico. Un impegno, va detto, condivisibile in quanto progressista, spesso però tendente al populismo (non stupisce che stralci de L’ora d’arte siano comparsi sul Fatto) e in generale marcatamente di stampo cattolico (La Pira, La Pira e ancora La Pira, abbiamo capito, rettore). Per carità.

Il fatto è che si stenterà a trovare una voce autoriale decisa come quella di Montanari nel panorama della critica dell’arte, così non soltanto divulgativa, ma di opinione, riflessiva e assertiva allo stesso tempo. Ed è questo timbro a rendere i due libri (“L’ora d’arte” e “La seconda ora d’arte” - la seconda un po’ più deboluccia, ma ancora regge) unici nel loro genere, istruttivi ma anche coinvolgenti come romanzi d’appendice.

Cito soltanto un’opera - da L’ora d’arte - la cui analisi tanto mi ha colpito e che trovo rappresentativa dello stile della raccolta. Si tratta dell’Adorazione dei Magi di Hieronymus Bosch in cui, sulla pala centrale, la scena se la prende la Madonna col bambinello, visitata appunto con tutti gli onori dai tre astrologi. Ma è in un angolo remoto sulla pala sinistra del trittico che dobbiamo cercare San Giuseppe, di spalle, accucciato in un angolo, davanti a un focherello, intento ad asciugare i pannolini di Gesù: rappresentazione massima di umiltà e umanità per un’opera datata a cavallo tra il quindicesimo e il sedicesimo secolo.

Sono cose che bisogna leggere per scoprire. E leggerle tramite la penna di Montanari è un vero piacere. Di questo, come del suo impegno quotidiano per un Paese migliore, va soltanto che ringraziato.

parole: 335

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