Latitudini e longitudini
La vita è una questione di latitudini e longitudini. Nasci un pochino più di qui o un pochino più di lì. Spesso si tratta di una manciata di chilometri: la differenza tra centro e periferia, perfino tra quartieri confinanti. Se uno non ci arrivasse da solo a capirlo, basterebbe leggesse qualche libro. Chi non è in grado di fare né l’una né l’altra cosa, può ambire a diventare sottosegretario alla Giustizia, tuttalpiù.
Gioire per la miseria altrui è sempre deplorevole, non capire che sui sedili posteriori di quell’automobile - questione di latitudini e longitudini - avresti potuto esserci seduto tu, denota non soltanto scarsa sensibilità, ma una mancanza notevole di intelletto.
Delmastro anche oggi non ha perso occasione di deliziarci con la sua imbecillità. Migliore espressione del governo che rappresenta, sadico e analfabeta, di chi a fronte del sovraffollamento delle carceri propone l’apertura di nuove carceri. E tanto dovrebbe bastare a definirlo.
Ha commentato nell’unico modo possibile la Cucchi, ovvero ricordando che proprio oggi si è tolto la vita l’ottantesimo detenuto nelle mani dello Stato nel solo 2024.
Tutti John Wayne da questa parte della barricata, in linea con la latitudine giusta. Ma la vita è davvero una bestia strana. Basta un nulla e, per quanto sembrino così rigide, le latitudini si spostano. Infondo è davvero una questione di sedili. Da davanti a dietro è un attimo.
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