In buona compagnia

I commenti su carta stampata più scemi che mi è capitato di leggere su Cecilia Sala, sottolineano come sia rinchiusa “senza motivo” nelle carceri iraniane.

Cecilia Sala fa la giornalista, in particolare la reporter di guerra. Per questa categoria professionale non c’è riconoscimento più grande per il proprio lavoro, che venire imprigionati da un regime autoritario.

Speriamo tutti che venga trattata con dignità, ma di certo la Sala non si trova in carcere “senza motivo”: Cecilia Sala ha dato fastidio al regime iraniano con le sue inchieste e con i suoi reportage, è il suo mestiere e lo stava facendo con tutta evidenza molto bene.

In attesa della sua liberazione, quello che mi manca di leggere nelle ultime ore è il grande merito del suo impegno.

Questo genere di punizione è una tappa obbligata delle grandi firme alle quali lei stessa senza dubbio si è ispirata e drasticamente la eleverà in un pantheon esclusivo: Cecilia Sala, in questo momento - sebbene sola - è in buona compagnia.

Siamo noi, invece, a non essere più abituati al coraggio del vero giornalista, che mette la propria missione al di sopra del bene proprio. La nostra diplomazia intanto sarà giustamente all’opera per la sua scarcerazione.

Noi possiamo - o dovremmo - soltanto ammirare la sua abnegazione e, magari, impararne qualcosa. E ringraziare che ci siano ancora giovani che prendono il mestiere del giornalista con tanta determinazione.

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