Il mio pollice destro

Da qualche settimana ormai, si ripresenta ogni mattina un dolore - forse più un intenso fastidio - all’articolazione del mio pollice destro. Si tratta di uno di quei casi per i quali non si coinvolgerebbe un medico, ma il cui persistere può spingere a preoccuparsi (nei limiti rappresentati da un intenso fastidio al pollice). È dunque una di quelle circostanze che ben si prestano a interrogare il Dottor Google, il quale non vedeva l’ora di sciorinare la sua lunga lista di pareri inattendibili. Quindi osteoartrosi, rizoartrosi, tendinite, tunnel carpale, perfino un “pollice dello sciatore” (a fine giugno?), fino ai più simpatici stronzi che addirittura evocano una forma tumorale.

Eppure la causa che avevo in mente io il Dottor Google - per ovvie ragioni, mi vien da dire - non la nomina nemmeno. Il dolore infatti si è presentato e si è fatto più acuto nelle settimane in cui sono entrato nella fase più intensa del mio nuovo lavoro in un’agenzia che si occupa di social media. Come non manca di farmi presente il mio iPhone nel suo report settimanale, la mia attività sui social è da allora incrementata quasi del 200% rispetto a quando mi occupavo di eventi (non che si trattasse di un campo più salutare, tutt’altro). Un dato che difficilmente posso immaginare slegato dall’unica, minima, parte del corpo che l’impiego dei social richiede: il pollice destro.  Chiaramente, come per il Dottor Google, ci troviamo nel campo della speculazione. Ma trovo buffo che per una volta, io che di medicina mi intendo quanto di fisica quantistica, abbia raggiunto una diagnosi più credibile di quelle proposte da internet. E che Internet, a voler pensare male, mi tenga nascosta per via della sua parte di responsabilità. L’unica soluzione sarebbe utilizzare il telefono per un paio di settimane con la sinistra e vedere cosa succede. Ma immagino che a quel punto sia davvero più semplice consultare un medico. Uno vero.

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