Il grande fastidio
Di Roma mi mancano soltanto certi tramonti e pochissimi amici. Ciò che il mondo più ama di questa città, raramente mi è stato a cuore. Tornarci non è mai semplice, tanto si è connotata di grigio nella mia memoria. I grandi monumenti, i sontuosi palazzi d’epoca, le strette vie del centro, il ciottolato millenario, tutto sbiadisce e si confonde in un unico senso di fastidio diffuso.
Non che sia colpa di Roma. La città infondo è quella roba lì e non promette mai niente a nessuno. Dunque non la si può accusare di niente. Come un bambino. Cosa ci si può aspettare da un bambino, se non lo splendore della sua ingenuità?
Ho viaggiato nello spazio questa sera, attraverso galassie lontane, ed eccomi approdato qui, su un pianeta bizzarro, del quale mi pare di avere soltanto sognato. Un sogno irrequieto, eppure bellissimo. Che sa di occasioni mancate e di vino di terz’ordine.
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