Il dirupo migliore

Capita di incappare in equivoco, quando si parla di libri come questo. Ibridi nel genere ma dalla trama lineare, filosofici pur senza averne l'intento, corali e intimi allo stesso tempo. Sono libri mascherati, ingannevoli e rapaci. “Fosse pure la morte la cosa più seria di questa vita, neanche quella lo era più di tanto,” concludono i suicidandi, e in questa massima concentrano l’essenza dell’inganno. 

Piccoli Suicidi Tra Amici non è un capolavoro, ma è tutt’altro che immemorabile, non fa sbellicare, ma nemmeno riflettere. Ti porta in giro, da un capo all’altro d’Europa, in compagnia di questi personaggi esotici, ai cui nomi l’autore - come si faceva un tempo - accosta le professioni, tra pastori di renne e generali dell’esercito. Tutti accomunati da una sola passione: la morte, la propria. E così, con la comica mestizia che contraddistingue i film del connazionale Aki Kaurismäki, Arto Paasilinna ci carica sulla Saetta della Morte, alla ricerca del migliore strapiombo dal quale buttarci: saranno le falesie di Capo Nord? Oppure i dirupi delle Alpi svizzere? C'è soltanto l’imbarazzo della scelta, ma la morte è una cosa seria, dunque merita tutta la perizia possibile. 

È, questo, un romanzo sull'umanità, semplice e complessa, gioiosa e tragica, ricca soltanto delle contraddizioni che la rendono ora degna di essere vissuta, ora di venire interrotta. Con assoluta e incontestabile libertà, che è l’unica proprietà che tutti i personaggi di Paasilinna condividono. Liberi di vivere, se lo vogliono. Liberi di morire, se lo vogliono. Che in entrambi i casi, a ben guardare, nulla c'è di sacro. Soltanto il ridicolo del poco tempo che ci è concesso. 

Editore: Iperborea 
Traduzione di: M. A. Iannella, N. Rainò
Pagine: 288
Prezzo di copertina: € 17,00

parole: 266

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Nella lingua di Goethe