Gli aborigeni e io

Ci sto cominciando a prendere gusto a stare con questi ragazzini. All’inizio temevo che avrei passato i miei pranzi in solitudine, isolato nella mia vecchiaia, mentre quelli se ne stavano in disparte a ridere degli ultimi trend e a confrontarsi sulla nail art. Nell’arco di un mese, invece, si sono presi a cuore la mia triste causa e ora fanno a gara a chi mi ordina il caffè più bizzarro. Me lo vanno a comprare loro e poi ridono delle mie reazioni.

Mi sento un po’ come nel film Mission, quando Robert De Niro per la prima volta entra in contatto con gli aborigeni che aveva trascorso la propria vita a cacciare. Loro lo pitturano e lo vestono come uno di loro e lui, divertito, si presta al gioco, poco a poco guadagnandosi la loro fiducia. Sì, mi sento come un Robert De Niro che si affeziona alla Gen Z, dopo anni trascorsi a guardarli come bestie strane, senza rendermi conto che io, agli occhi loro, dovevo risultare ancora più bizzarro.

Non mi ricordo come finisce Mission (molto male, se non sbaglio), ma il gioco delle parti sembra divertire tutti. E infondo, che male c’è? Che paura.

parole: 197

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