Botta di culo

L’ha definita così, Scamarcio, e fa bene. “Cosa si prova a farsi dirigere da Johnny Depp e a recitare con Al Pacino?” gli domanda Fazio. L’attore italiano non poteva che rispondere così.

Anni fa mi cimentai nella scrittura di un romanzo proprio su Modigliani e sulla sua vita nella Parigi bohémien. Attesi anch’io quella proverbiale botta di culo - quella di venire pubblicato - ma non arrivò. E così cominciai un nuovo percorso, che ha scolpito la mia vita fino a farla diventare quella che è adesso. Un colossale sliding doors, un groppone alla gola che probabilmente porterò con me per il resto dei miei giorni.

Perché nella vita c’è la volontà, tutto quello che possiamo gestire, costruire, e poi ci sono anche le botte di culo - e sono fondamentali. Ho avuto fortuna - tanta - in molti altri aspetti della mia vita (forse oggi non sarei il padre del mio bambino, per dirne una), ma sono momenti, quelli, che scavano un solco profondo nella vita di ognuno, e con i quali ci si troverà sempre a fare i conti.

Stella Adler (o Meisner, o Mamet, non ricordo) lo definì il “Magic If”: il gioco magico del Se. È un esercizio indispensabile di scrittura e di immaginazione per interpretare scenari inattesi e viverli con spontaneità. Il mio Magic If ha a che fare con Modigliani, paradossalmente, come per Scamarcio. Beato lui, và. Ma che rabbia.

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