Asi

Li chiamano “Asi”, un'abbreviazione per Asozial, asociale. Un termine sgradevole per definire gli sbandati, i diseredati, ma anche gli alcolizzati, i tossici o, più semplicemente, i matti. Il governo Meloni li chiamerebbe “deviati”, nella sua grande umanità. Quelli lì insomma. Se Berlino li esportasse avrebbe il pil del Lussemburgo. Gli Asi qui si trovano a ogni angolo, a ogni ora del giorno, con le loro lattine di birra economica in mano, quando a borbottare tra sé e sé, quando a sbraitare tra i silenzi imbarazzati degli astanti. 

Stamane, mentre accompagnavo in tram mio figlio all’asilo, abbiamo condiviso - di nuovo - il viaggio con un esponente della categoria. Sono esperienze poco piacevoli, il bimbo si spaventa e piange, ma è necessario fare uno sforzo di pazienza e di comprensione, qui come in Italia o ovunque. Alla fine della fiera fanno baccano, ma sono innocui. Emanano tutta la tristezza del mondo, se la portano nei giacconi luridi come zavorre per affogarsi nel primo stagno. 

Il disgrazato di oggi in particolare ce l’aveva con il governo Scholz, con le politiche sociali tedesche da Schröder a oggi, e con l’invio di armi a Kiev. Sono rimasto genuinamente impressionato dalle sue conoscenze in materia di politica domestica e internazionale. Voglio dire, mi sono reso conto soltanto questa mattina che non è la prima volta che accade, che qui spesso ho sentito gli ubriachi elargire soliloqui - conditi di razzismo, omofobia, e chi più ne ha più ne metta - accompagnati da una certa nozionistica sull'attualità. Ora, non so a quali fonti gli Asi berlinesi attingano, ma sarei portato a pensare che un giornale qua e la lo prendano in mano. Direi che è buffo, se ci fosse qualcosa da ridere. Curioso, quantomeno. Non ho mai sentito un senzatetto in Italia prendersela con il ministro degli Interni, chiamandolo per nome e citando l’ultima manovra economica. E non sto dicendo che qui son tutti professori, tutt’altro. Però è come se sapessero bene chi incolpare della loro miseria. Non il fato, non dio, ma Christian Lindner: “quel porco”. Ed è una citazione. Quanti laureati appartenenti alla media borghesia italiana sanno come si chiama l’attuale ministro dell’Economia? Forse meglio così.

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