uno specchio incrinato

stasera ho rivisto harry ti presento sally dopo molto tempo. si tratta di un film eccezionale, scritto magistralmente, interpretato con grazia, appartenente a un genere e a un periodo storico che ormai sembrano distanti anni luce ma che, grazie alla gentilezza della narrazione, rimangono sempre attualissimi. è un modo di far cinema che è andato smarrendosi col tempo, raccontando storie semplici, vissute da personaggi fragili e fallaci, che sbagliano in continuazione e tramite i propri errori crescono e progrediscono nella relazione e nella trama. harry ti presento sally, per il periodo in cui è stato realizzato e per l’immaginario romantico, viene spesso accostato a notting hill, film iconico che ha spalancato le porte a un genere a sé stante - la commedia amorosa in salsa british - ma che è infinitamente diverso dalla pellicola di rob reiner (volto noto per i ruoli contenuti), proprio per l’eccezionalità della trama e per i colpi di scena irrealistici: elementi che invece in harry sono rimpiazzati dalla semplicissima vicenda di due individui che si rincorrono per tutta una vita, negandosi (e infine concedendosi) l’amore. 

e ho pensato a quanto, film come questo, debbano urgentemente tornare a fornire un riferimento cardine per sceneggiatori e registi nostrani, alla continua ricerca di soggetti di genere, dalle trame eclatanti e improbabili, trasformando continuamente italia e italiani in personaggi eccentrici, arrapati, violentissimi, disonesti, goderecci, dimenticando che la parte più ampia della nazione poco può ritrovarsi in queste descrizioni, poiché troppo impegnati a vivere un’esistenza nella norma. se il cinema dunque è concepito in principio come specchio della società, come istantanea scattata alla gente comune e alle loro vicende (eccezionali nell’ordinario - è lì che sta la bravura), la storia di billy crystal e meg ryan racconta la nostra complessità ottusa nell’ambito dei casi della vita. 

se dunque è vero il celebre assunto di hitchcock che diceva “il cinema è la vita senza le parti noiose”, è anche vero però che, eliminate le parti noiose, l’eccezionalità della vita risiede in piccoli colpi di scena che risultano grandi per ciò che ci rappresentano nella sfera individuale: un amore che nasce o che appassisce (kramer contro kramer), il rapporto tra due fratelli (rain man), la nascita di un figlio (aprile), la morte di una persona cara (la stanza del figlio), la vecchiaia (amour), storie di amicizia (quasi amici) - tra gli altri, è chiaro. questo continuo accanirsi, invece, su storie borderline, di inusitata violenza e di eccezionali condizioni di svantaggio, alla lunga, rischiano di allontanare un pubblico che difficilmente potrà rispecchiarsi in alcuno dei personaggi mostrati, limitandosi a fruire del cinema solamente come di una fonte di intrattenimento distante e meramente finalizzata ad un intrattenimento di natura fantascientifica. che è, a pensarci bene, in parte quello che è successo con la politica in italia. 

insomma, concedersi ogni tanto di riguardare film autentici e ben scritti come harry ti presento sally, rattoppa quello specchio infranto nel quale è bello riflettersi e che ristora la fiducia nelle nostre fragilità, che non possiamo essere tutti supereroi, ma che possiamo riconoscere il nostro coraggio, le nostre gioie e i nostri dispiaceri, con orgoglio e rigenerante coscienza tramite le belle interpretazioni di attori giusto un poco più belli di noi. che male non fa.

parole: 537

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