tiocfaidh ár lá

è un classico citare le statistiche nelle quali l’italia figura ultima, scorrere i grafici alla ricerca del tricolore nel punto più basso del diagramma. quasi con soddisfazione, quasi rassicurati dall’eterno fallimento del paese. lo si sente dire spesso, che lamentarsi è lo sport nazionale degli italiani.

eppure, se c’è qualcosa di cui possiamo andare ben fieri, più fieri della maggior parte dei colleghi europei, è il nostro sistema democratico, la nostra costituzione, la nostra repubblica parlamentare. l’aver a suo tempo (democraticamente) preso a pedate nel sedere la monarchia e averla accompagnata al confine, l’aver rifiutato un sistema in cui il potere veniva ereditato per discendenza di sangue come nel medioevo e avere riposto la scelta di un governo nelle mani dei cittadini a suffragio universale. ad oggi, anno del signore duemila ventidue, le monarchie sovrane in europa sono ancora dodici: danimarca, norvegia, svezia, regno unito, spagna, paesi bassi e belgio, tre delle quali sono principati: andorra, liechtenstein e monaco, mentre è presente un solo granducato, il lussemburgo. e mentre in italia nel dopoguerra ci si rimboccava le maniche per dare forma ad un paese moderno, l’avanguardistica gran bretagna difendeva le proprie colonie col fucile, l’avanzatissima germania era divisa da un muro, la spagna e il portogallo erano dittature fasciste e la pomposa francia reprimeva nel sangue i moti indipendentisti d’algeria.

in particolare il regno unito, sotto l’egida della compianta corona di elisabetta, si è macchiato fino a tempi recenti di delitti indicibili, tra i massacri compiuti nelle colonie per ribadire il potere del commonwealth, fino al giogo imposto alla confinante irlanda, colpevole da oltre ottocento anni di desiderare un’indipendenza sempre negata, canna del fucile alla tempia.

dunque torna sempre strano vedere una notizia come quella di oggi, guadagnarsi con facilità il primato dell’attenzione mediatica, quando - in un mondo ideale - la morte di una vecchina vestita come nel trecento non dovrebbe trovare spazio al di fuori delle sezioni di politica internazionale o, al massimo, di cronaca.

specialmente qui, dove potremmo per una volta anche farci i complimenti per aver scelto di non sottostare a un circo di paggetti e siparietti di corte, ma per essere anzi - almeno in questo - molto più moderni degli amici (extracomunitari) inglesi, indipendenti da queste scemenze di un’epoca passata.

è morta la regina elisabetta, ce ne faremo una ragione. possiamo tornare a occuparci di cose serie adesso? tipo di una campagna elettorale che determinerà il futuro del nostro paese con conseguenze inedite?

attendiamo invece con impazienza i due coglioni che ci farà netflix con le prossime trecento stagioni di the crown.

intanto: tiocfaidh ár lá!

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