di pioggia, tappeti e sconfitte
sono comunque sempre gli odori a riportarmi a luoghi distanti. raramente è un’associazione visiva, ancora meno un suono, ma sempre un certo odore - spesso lieve, se non insignificante - a ricondurmi senza preavviso là dove la mia scarsa memoria visiva riesce invece ad accompagnarmi. e così anche stasera, a tradimento e del tutto slegato da alcun nesso, mi ha travolto questo indescrivibile odore della casa di garbatella, nella quale mon metto più piede da almeno sette anni. e con l’odore, una sensazione amara, quel sentimento di sconfitta che mi accompagnava in quel periodo di vita, ogni volta che varcavo la porta di casa, facendo scattare la vecchia serratura a schiocco. ad esempio io quell’odore lo accomuno alla pioggia (eccolo forse il nesso con questa serata umida), anche se difficilmente si potrebbe dire che di roma chiunque conservi ricordi uggiosi. eppure la pioggia romana, scrosciante e spessa, è forse la peggiore che abbia mai vissuto. e lo dico da amante della pioggia, ma non essendo roma una città piovosa, la pioggia qui assume un odore di petricore catramoso, specialmente formandosi molto rapidamente pozzanghere grandi come il lago di bolsena, l’acqua a roma ha un odore tutto suo.
e poi il tappeto ruvido della cucina, che aveva quella consistenza ispida di iuta, di burlap. ecco, di pioggia e di iuta sapeva l’ingresso. e di sconfitta, anche nei giorni di sole. per un attimo, distintamente, sono tornato alla garbatella, a quei giorni di solitudine e timore, e ho rivisto anche ciò che credevo di aver rimosso.
poi, il tempo di scriverne, di sforzarmi di identificarne l’essenza, e già è tutto svanito; anche ora, mentre scrivo, quell’odore ritrovato è già smarrito, come certi amici che non senti mai e che poi, quando meno te lo aspetti, magari a distanza di svariati anni, si rifanno sentire a tradimento, con il sorriso di sempre, coi modi di sempre, con i difetti e i pregi di sempre. e allora tutto ti ritorna a galla, come se non vi foste mai veramente separati, ma è una sensazione fugace perché poi, ristabilita una connessione col mondo, il contesto ti ricorda il passare del tempo e la distanza che vi separa: che separa voi e che vi separa da ciò che eravate.
certi odori sono un amico di merda, si potrebbe dire, sono l’amico di merda sul quale non puoi mai contare. ma che sa esattamente quali tasti premere per strapparti un sorriso. solo uno. almeno uno. prima di svanire nel nulla.
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