morire di caldo. e coi capelli lerci.

ancora non mi esce dalla zucca l’ordinanza del sindaco emiliano che ha vietato il secondo risciacquo dal parrucchiere per “limitare lo spreco d’acqua”. tolto che obiettivamente trovo ridicolo mettere nell’occhio de ciclone a livello nazionale il primo cittadino di castenaso (abitanti quindicimila, insomma non gualtieri), è incredibile quanto l’approccio del sindaco gubellini di fronte all’emergenza siccità sia rappresentativo della mentalità che ancora concerne i cambiamenti climatici. perché il problema, bada bene, è circoscritto al periodo di secca (1) e può venire risolto con una semplice best practice da parrucchiere (2). e questi sono i due touchpoint principali sui quali non riesco a non soffermarmi e che reputo siano i bias cardine nell’approccio alla crisi climatica.

innanzitutto dunque, bisognerebbe in qualche modo inculcare nell’opinione pubblica che il riscaldamento globale non è un evento emergenziale sul quale intervenire spot, ma uno stato che si è costruito in decenni di incuria e che richiederà tempo ed enormi sacrifici (ben oltre il secondo shampoo) per venire rimarginato; la siccità non è che il primo sintomo, la punta visibile di un iceberg sommerso, di criticità sul piano mondiale.

in secundis, i cosiddetti gesti individuali - il cui effetto è chiaramente circoscritto e subalterno alle iniziative sovranazionali - devono necessariamente risultare commisurati al contesto dello stile di vita dei cittadini e preso in considerazione nel loro complesso: è provato che una sola bistecca abbia consumato più acqua - per giungere sulla nostra tavola - di quanto non farebbe una doccia intera. lo dico da (ancora) carnivoro: se vogliamo prendere iniziative nel nostro quotidiano per salvaguardare l’ambiente, la prima - per coerenza - dovrebbe essere di passare a una dieta vegetariana.

purtroppo l’ordinanza di castenaso ci restituisce polso e temperatura del livello ancora gravemente insufficiente nel quale versa il dibattito pubblico circa la minaccia più pericolosa e imminente che è rivolta al genere umano. se lo stato di emergenza più che tangibile e visibile e inconfutabile rappresentato dalla siccità non basta a farci prendere coscienza di quanto urga un cambio di passo repentino - quantomeno nel dibattito pubblico - allora davvero faremo la fine del topo. con l’aggravante dei capelli lerci. inutilmente.

parole: 355

Indietro
Indietro

paga le tasse, ammamma

Avanti
Avanti

ma questo non lo sapremo mai