mister valium ha spaccato
intanto congratulazioni a fabio fazio. altro che amadeus. stasera il conduttore savonese ha raggiunto il picco della sua carriera che, piaccia o non piaccia (su questo tema si spacca il paese), è formidabile davvero.
da quelli che il calcio del ‘93, passando per le due edizioni di sanremo ‘99 e 2000, durante le quali già ci aveva abituati ad ospiti poco canonici come gorbačëv (a sanremo!) e premi nobel per la medicina. e poi che tempo che fa, programma fra i più longevi (ha inizio nel 2003) e popolari della storia del paese, caposaldo di resistenza contro il trash imperante, a favore di un dibattito più civile, intelligente, educato, di quel modello proposto (e imposto) dalla tivù berlusconiana.
umberto eco, rita levi-montalcini, ron howard, francis ford coppola, david lynch, oliver stone, lina wertmüller, ennio morricone, margherita hack, woody allen, riccardo muti, robert de niro, roberto saviano, dario fo, bill gates, tony blair, bernardo bertolucci, greta thunberg, barack obama, emmanuel macron, quentin tarantino, lady gaga.
qualsiasi cantante in tournée in europa, qualsiasi capo di stato in visita in italia, qualsiasi nobel, pulitzer, strega fresco di nomina, qualsiasi premio oscar a roma per la promozione del suo nuovo film. facendo il gioco delle tre strette di mano (secondo il quale in tre contatti si possa raggiungere pressoché chiunque al mondo), fabio fazio avrà toccato l’umanità andata e ritorno almeno un paio di volte.
ma mancava ancora la ciliegina sulla torta, colui che fino ad oggi era rimasto probabilmente soltanto un modo di dire: “e poi chi ti manca? il papa?” - sì, il papa. il pontefice a che tempo che fa.
parentesi: non in presenza; lo so, probabilmente l’ho creduto davvero soltanto io, ma fino all’ultimo mi ero immaginato bergoglio che usciva dalla tendina con lo stacchetto musicale.
comunque - il papa! sui rai3! soltanto una decina di anni fa ancora ci avremmo riso. e invece il santo padre sembra anche preso bene dal diversivo, scherza, ride, sembra che abbia fatto ospitate in tivù da tutta la vita.
ma non voglio addentrarmi sui contenuti (è tardi), per quelli rimando allo streaming su raiplay.
la cosa incredibile su cui volevo soffermarmi è proprio la carriera di fazio che, con quel suo aspetto da impiegato, così beige, il celebre pizzetto da appuntato, la voce incerta, le gote rotonde, è riuscito a sopravvivere e a dominare quattro decenni in cui la televisione è drasticamente rivoluzionata, in cui la politicizzazione dei palinsesti lo ha predetto tante volte come agnello sacrificale all’altare di viale mazzini e lui, invece, con quel suo aspetto bonario e innocuo è riuscito a rimanere fermo immobile al suo posto, crescendo e crescendo, fino a compiere il miracolo, laddove nessun collega era mai giunto prima di lui. sky is the limit.
chapeau, fazio. checchè se ne dica, hai spaccato.
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