louis ck: accessibilità e complicità

penso che il successo di louis ck regga fondamentalmente su due elementi.

il primo è l’accessibilità: la sua grande capacità di farti capire cosa stia dicendo, sul piano linguistico (pur essendo americano) come sul piano concettuale. è un comico che ti aspetta, che non da la risata per scontata, come se riuscisse a dimenticarsi, ancora dopo tanto tempo, che quella battuta quasi sicuramente funzionerà. invece è come se non ci contasse veramente e quindi apre le porte della battuta, spiana il terreno ad una comprensione più ampia, pur senza trascendere ai terreni più comuni battuti anche dai suoi colleghi.

“i paesi freddi sono più efficienti di quelli caldi,” esordisce magari, ammiccando ad un risvolto razzista. ma non è li che ti porta. l’inganno è classico, ma la verità è universale, condivisibile e accessibile.

il secondo elemento è la complicità, e questo l’ho potuto capire solamente stasera ascoltandolo dal vivo. anni a ridere alle sue battute, ma senza mai avere la possibilità di toccare con mano la sua reale grandezza: quella di creare un’aura di connivenza intorno alla scena del crimine. gli altri stand-up che ho potuto vedere, infatti, giocano su due assi opposte di ironia, rivolta verso se stessi (sono grasso, rido di me per far ridere voi) o rivolta verso gli altri (rido di voi, voi ridete di riflesso - quando i giornalisti chiosano “tal dei tali ti mette davanti a uno specchio”); louis ck fa invece un giro tutto suo, circolare, abbracciando se stesso, te e tutti gli altri, il mondo intero: non c’è mai supponenza, non c’è superiorità, ma non c’è neanche autocommiserazione. è una risata inclusiva, generosa, né pugno né carezza, ma abbraccio appunto, ambiguo, tra rassegnazione e ammissione di colpa.

ti aspetta, louis ck, perché sa che la battuta può funzionare soltanto se ci arriviamo insieme, noi e lui, “you know what i mean?” è infatti il suo intercalare frequente, e sembra domandartelo davvero: “capisci cosa intendo?” dunque pare aspettare la risposta, come se fosse ammissibile, lasciando sempre quella porta socchiusa, come farebbe il mattatore di turno al bar.

e infine non è mai banale, anche la battuta più volgare nasconde un ragionamento arguto, un punto di vista inesplorato. accessibilità, complicità e intelligenza, quindi: la ciliegina sulla torta di una miscela esplosiva e irresistibile. dal vivo, poi. l’intelligenza dal vivo fa sempre tutto un altro effetto. essendo tremendamente rara, bisogna pagare per assistervi a teatro. ormai.

parole: 401

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