la guerra è tutta un cinema

mi manda ai matti la teoria cospirazionista che vorrebbe l’intera guerra in ucraina come un grande set cinematografico a cielo aperto. ai matti mi manda, ma al contempo mi affascina da morire. in primis perché chi ha questa idea molto probabilmente non si è mai trovato su un set cinematografico - chissà cosa si immaginano - e in secondo luogo perché inconsciamente delineano la trama di un film incredibile. immaginiamo infatti che i milioni di euro di sostegno al governo di zelens'kyj non fossero destinati all’acquisto di carri armati, droni e mortai, bensì venissero impiegati in carrelli, dolly, impianti fotografici e steady cam. decine di migliaia di comparse, centinaia di truccatori, un esercito di elettricisti, decine di punti macchina, sbaragliato il record di seicentotrentacinque milioni di euro spesi per la trilogia di lo hobbit, una sala di regia grande quanto un castello. che meraviglia. la guerra in ucraina, in realtà il più grande blockbuster mai realizzato nella storia del cinema. va che ce ne vuole, eh. 

trattandosi chiaramente del frutto di propaganda russa trita e ritrita, già da tempo gli ucraini avevano cominciato a farne la dovuta ironia a denti stretti; ne è un esempio il film a episodi donbass (sergei loznitsa, 2018), in cui il primo quadro rappresenta proprio delle comparse ucraine in sala trucco che vengono poi chiamate sul set e qui muoiono sotto i colpi di mortaio russo. 

proprio l’altro giorno ho pensato: “toh, guarda, la realtà che supera la finzione”, imbattendomi in un fotogramma del grand budapest hotel (wes anderson, 2014), in cui le milizie para-naziste del film avevano la lettera z come simbolo sulle proprie casacche e suoi propri stendardi.

e ancora: che dire dei battaglioni gonfiabili dell’operazione quicksilver? reclutati tra scuole d'arte e agenzie pubblicitarie, l’esercito cosiddetto “fantasma” era composto da oltre mille soldati, prevalentemente artisti, architetti, attori e scenografi nella vita civile. l'unica loro missione fu quella di impersonare inesistenti divisioni dell'esercito statunitense al fine di confondere gli avversari durante lo sbarco in normandia prima e verso la fine della guerra poi, quando inscenarono i movimenti più di 20 unità a ridosso delle linee di fronte utilizzando carri armati gonfiabili, veicoli provvisti di apparecchiature audio, ed effettuando finte trasmissioni radio.grazie all'utilizzo di potenti altoparlanti che emettevano i rumori della guerra, riproduzioni di mezzi e di armi militari, la scenografia indusse i tedeschi a credere che vi fossero due divisioni da 30.000 soldati e attirò la loro attenzione verso il finto esercito, piuttosto che verso quello reale.

si, la realtà che supera la finzione. peccato che sia tutto vero. quello ucraino è un film troppo crudo per passare il vaglio di qualsiasi censura. e del buon senso. e dell’umanità. una sofferenza che non conosce  budget e i cui protagonisti camminano su un tappeto rosso come il sangue: il proprio. 

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