5 novembre 2022

conoscevo quella vita in miniatura da appena tre secondi, ma se mi avessero detto che serviva un cuore, io avrei offerto il mio. adesso sta bene, ma ce lo hanno portato via immediatamente, riempiendogli naso e bocca di canaline per espirargli il liquido denso che gli opprimeva i polmoni ancora rigidi come scarpe nuove di negozio. diciassette ore di travaglio, di impotenza difronte a quel dolore totale e corrosivo, non sono nulla comparati allo spavento, all’orrore di un neonato - nemmeno un minuto di vita alle spalle - che non riesce a respirare. ho pianto tutte le mie lacrime, incollato al vetro della nursery, osservando mio figlio nella culla termica; né erano lacrime di gioia, né di tristezza, né di stanchezza, né di preoccupazione, né di spavento, ma di un sentimento completamente nuovo, che non posso descrivere o identificare, che non ha nome o volto, come ogni cosa che avverrà da qui in avanti nelle nostre vite. perché si è aperta una porta nuova e luminosa di fronte a noi ed è lì che tutto è diretto e scorre ed è lì che siamo diretti.

parole: 185

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