aspirazionale

il mio feed è tutto un vertical limit; intervallato da card motivazionali per marketers dozzinali, passo la giornata a swipare bellimbusti (e bellimbuste) dai polpastrelli d’acciaio appesi come prosciutti a pareti a piombo. e non so perché. non ho mai arrampicato, non potrei arrampicarmi nemmeno volendo, non credo che arrampicherò mai; eppure penso che dovrebbe essere bello saperlo fare. come quei genitori che fanno fare lezioni di violino ai figli perché loro non ne hanno mai avuto l’opportunità, sento che obbligherò i miei figli un giorno - se mi somiglieranno una minima, di certo contro la loro volontà - ad arrampicare nelle più remote palestre dell’hinterland. per una ragione del tutto avulsa e sconnessa dalla realtà - forse aver vissuto a torino aiuta - mi incantano i climber e mi attirano come le api al miele, per quella loro leggerezza che sfida la gravità, come io non sono mai riuscito a fare in nessun momento della mia vita; a me che la leggerezza è sconosciuta nel fisico come nell’intelletto, quando sogno sogni particolarmente intensi, arrampico su pareti le più impervie al mondo, trascorrendo le notti come un baco in un bozzolo appeso a decine di metri dal terreno, spensierato come un bimbo, conquistando vette nonostante le mie limitanti maniglie dell’amore (che forse nel sogno non ho, mah).

potrei anche provare a togliere il follow a una delle decine di pagine che seguo, per sentirmi magari meno grasso, meno floscio, meno pavido, meno pesante, ma temo ogni volta che quei filmati, quelle immagini di formichine tutte nervi appiccicate alla montagna, possano ricordarmi, almeno una volta al giorno, la persona che avrei voluto essere. nasconderla sotto il tappeto, temo, non farebbe che complicarmi la giornata, negandomi la prospettiva aspirazionale dì una persona che non sarò mai. e lo dico senza tristezza. ma con un poco dì vertigine.

parole: 305

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