Una leader nuova

Le recriminavano un linguaggio alto, criptico, tecnico, distante dal cittadino comune. Ad essere onesto, condividevo questa preoccupazione.

Nell’ultimo anno, vada come vada, Elly Schlein non l’ho più sentita parlare. Leggo dell’Italia, ascolto podcast, ma effettivamente - me ne rondo conto soltanto stasera - in un anno, non ho mai visto un telegiornale o un talk show italiani. Per fortuna, mi viene da aggiungere.

In un anno, il linguaggio della segretaria ha subito un mutamento radicale, finalmente essenziale, chiaro, diretto, deciso, accessibile. Si tratta, forse, di un indicatore di più fattori. Il primo ci racconta di una segretaria che intende restarlo (e non è poco). Una segretaria che mira a rivolgersi a più segmenti di elettori e, quindi, a vincere (per nulla scontato). Ma soprattutto, di una segretaria che ascolta: che al “prendere o lasciare” sceglie il compromesso, il desiderio di essere la segretaria dei più, rispetto alla consueta segretaria dei pochi. Ci racconta, questa evoluzione, che Elly Schlein ha ascoltato, ha capito e, infine, ha agito di conseguenza. È quello che fa un leader. Ed è un piacere poterlo constatare, seppure da lontano.

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