Un matto

Non ce l’aveva manco per idea di applaudire, tantomeno di alzarsi in piedi. Qui ci si alza soltanto per gli italiani. Si applaude soltanto per gli italiani. Quelli nati entro i confini dell’Italia, da genitori italiani. Gli altri, quelli nati due chilometri più in là, non sono italiani: sono austriaci, sono svizzeri, sono sloveni, sono francesi.

Non perché li conosca, eh, ma perché son nati al di qua del confine. Perché parlano italiano. Che poi manco tutti. Lui non conosce personalmente né loro né gli austriaci o i francesi - quelli vabbè. Gli altri, invece, sono italiani.

Figurati un indiano.  Quanto è lontana l’India per uno che guarda al confine. Per uno che manco ha più una dogana da guardare, manco un posto di blocco. Perché poi, questo è, Salvini: un matto. Uno che vede cose che non ci sono. Perché un muro è un muro, un alt è un alt, il filo spinato è filo spinato. Ma quello che vede Salvini, lo vede soltanto lui. È tutto nella sua testa. E non è fantasia. È razzismo.

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